Perché Oprah Winfrey potrebbe essere un’ispirazione per tutte noi! Perché in questo momento, come in molti altri, vorrei essere una donna americana e di colore e vorrei poter parlare di emancipazione femminile?
Perché oggi tutte dovremmo volere la pelle nera o voler essere Americane almeno per un giorno? A mio parere per il discorso illuminante che ha fatto Oprah Winfrey, nota entertainer della tv d’oltre oceano, alla serata dei Golden Globe Awards, dove ha ricevuto il premio Cecil B. De Mille alla carriera.
Magari gli Americani non vi piacciono, magari odiate gli Stati Uniti, magari vi piace di più l’Europa, preferite l’understatement degli Inglesi o la misura dei Tedeschi o l’eleganza dei Francesi oppure l’esuberanza degli Spagnoli o addirittura dei Latino Americani. Questo non ha nulla a che fare con quello che piace a voi o a me. Oggi tutte le donne del mondo dovrebbero almeno per un giorno, a mio parere, voler essere Americane, per poter magari in un futuro votare questa donna alle elezioni o comunque avere nel proprio popolo una donna così.
Non è per lei come persona, che vi può essere più o meno simpatica e potete trovare più o meno ammirevole, ma è per lei in quanto simbolo di qualcosa, lei e tutte quelle come lei, perché là ce ne sono tante, e ne abbiamo anche noi, non è che a noi manchino, però a noi manca l’essere Afro-americano, che non è essere Africano e non è essere Americano.
Essere Afro-americano è una cosa molto diversa, molto particolare, singolare, propria e con una storia, una storia abbastanza lunga, lunghissima per gli Americani, un po’ meno lunga per noi Europei, che conosciamo millenni di storia; una storia molto interessante per tutti, perché molto travagliata, perché piena di lotte coraggiose, di traguardi importanti, ricca di personaggi coraggiosi, uomini e donne apparentemente ai margini della società o comunque persone comuni, come le due donne che Oprah Winfrey nel suo discorso nomina: Recy Taylor e Rosa Parks.
Rosa Parks probabilmente molti di voi la conoscono, e se non la conoscete vi invito ad andare a vedere chi è stata; probabilmente non vi ricorda nulla il suo nome, ma dell’episodio di quella donna che ha rifiutato di lasciare il posto sull’autobus ad un bianco nel ’55 in Alabama (uno degli stati d’America più difficili per la convivenza tra bianchi e neri), magari ne avete sentito parlare. Beh questa donna dall’immenso coraggio si chiamava Rosa Parks ed era già un’attivista per i diritti civili degli Afro-americani, insieme al marito, anche prima di quell’episodio.
Recy Taylor è una donna meno conosciuta, che infatti Oprah Winfrey nel suo discorso invita tutti a conoscere, è un’altra donna dalla grande forza, che, dopo essere stata violentata da sei bianchi, ha rifiutato di tenere nascosta la cosa, li ha denunciati e si è fatta aiutare da Rosa Parks per affrontare la causa; ovviamente poi, dato che era solo il ’44 ed erano anche in quel caso in Alabama, non è successo niente, cioè i suoi attentatori non sono stati condannati e lei ha dovuto subire anche l’umiliazione di vedere che questi maledetti uomini sono rimasti liberi.
Io oggi vorrei avere la pelle nera per il discorso dalle note vibranti che Oprah Winfrey ha fatto, in merito a queste due donne e alla violenza su tutte le donne, prendendo spunto dal caso molto recente portato a galla dal movimento #MeToo.
Anche lei in fondo, Oprah Winfrey, ha avuto una storia difficile, perché figlia di una ragazza madre, cresciuta nella più infima povertà e provata in adolescenza dalle molestie maschili di parenti ed amici. Di donne afro-americane che hanno vissuto e sopportato una vita così ce n’è tante, ma non solo Afro-americane, anche Americane e anche Europee, senza parlare poi di quelle dell’est, dell’estremo Oriente o delle donne Africane.
Ma proprio perché in questi giorni si parla di violenza sulle donne in America, anche negli ambienti altolocati e in quelli dello spettacolo, il suo discorso, che tocca temi come la violenza, il razzismo e la disuguaglianza tra gli esseri umani, è illuminante per tutti e per tutte, non solo per le donne Afroamericane, non solo perché forse tra qualche tempo vedremo Oprah Winfrey presentarsi per la corsa alla Casa Bianca, ma perché anche per noi Italiane è d’ispirazione e non solo per noi donne, dovrebbe esserlo anche per gli uomini.
Chiaramente è un po’ sopra le righe, con toni da discorso presidenziale, ma perché gli Americani per noi sono sempre un po’ sopra le righe e perché lei è e vuole essere un po’ così, ma noi li possiamo anche accettare così per quello che sono, come noi Italiani siamo in un altro modo, come gli Inglesi sono in un modo ancora diverso.
Ma la potenza, la forza, l’entusiasmo, l’energia che Oprah Winfrey mette in questo discorso possono essere uno slancio per tutte le donne del mondo, perché ancora oggi, le donne di tutto il mondo si trovano a dover lottare contro la violenza, contro le molestie, le angherie, contro una forma di violenza meno palese dello stupro, ma comunque importante, come le vessazioni sul lavoro perché sei donna.
È un discorso purtroppo ancora molto attuale e, se proviene da una donna come lei, non che sia un idolo, non ho mai creduto negli idoli e non comincerò ora, che sono troppo grande per farmene, ha, credo io, una valenza maggiore.
Lei ripete più volte “Their time is up!”, e vuol dire che il tempo di questi uomini potenti o violenti è finito, probabilmente il suo intento è quello di ampliare il discorso in modo che venga letto come “il tempo di tutta questa prevaricazione del sesso maschile sul sesso femminile è finito” e forse potremmo allargare il suo discorso non solo all’America e agli Afroamericani, ma anche a noi Europei e alle donne Africane e dell’estremo Oriente.
“Their time is up!”. Non ci arriveremo domani, non ci arriveremo neanche fra qualche mese o fra qualche anno, però io mi auguro che le nostre figlie possano gridarlo con fierezza e quasi al passato questo “Their time is up!”, perché c’è bisogno che finisca. L’emancipazione femminile in questo secolo passato è stata velocissima, come tante cose nel ‘900, quindi potremmo anche essere soddisfatte, però non lo siamo perché non dovevamo partire così, perché non si doveva partire da una disuguaglianza così smaccata, in teoria avremmo dovuto cominciare con gli stessi diritti da sempre.
Pazienza, è andata così, ma a noi donne di oggi spetta il compito di continuare, e come lo fa Oprah Winfrey, che è un po’ più vecchia di me, lo dobbiamo fare anche noi più giovani; continuare l’impegno, la battaglia, ogni giorno nelle piccole cose, come si dice spesso, per arrivare alla tanto agognata parità dei sessi. Una parità che purtroppo non esiste ancora in moltissimi paesi del mondo e nemmeno in America, che sembra sempre il paese più emancipato di tutti, più avanti di tutti.
Il fatto che il discorso venga fatto da una donna afroamericana è ancora più d’orgoglio per me, non perché anch’io sia di colore, purtroppo, ma perché, potrebbe essere un discorso utile e importante anche esposto da una donna bianca, ma fatto da una donna di colore è più forte, ha più energia.
È come se assumesse più significato, e ti rende ancora più orgogliosa di essere una donna, e in più, se sei una donna bianca, ti mette la voglia di essere di colore, perché ti sembra che loro abbiano più storia, più forza, più diritti di parlare e di alzare la voce e con essa la testa, proprio perché ne hanno passate di più; loro, le loro madri, le loro nonne e le loro bisnonne, hanno sopportato molte più ingiustizie di noi e delle nostre. Quindi da parte mia l’ammirazione è totale.
Vorrei avere la pelle nera e vorrei essere Afro-Americana, anche solo per un giorno!
Se volete vedere il discorso cliccate qui http://www.oprah.com/own/oprahs-acceptance-speech-at-the-golden-globes-full-transcript è in inglese ma comunque in internet lo trovate anche con i sottotitoli.